
Intervista al Teesigner: Lafabbricadibraccia #wesupportcreativity
Eccoci di nuovo con la rubrica #WeSupportCreativity che torna con una nuova intervista con uno dei creativi TOP della Teeser Community.
Quest’anno abbiamo già avuto il piacere di accogliore nel nostro angolo di approfondimento 3 dei più bravi designer che hanno scelto Teeser per vendere le propri grafiche su maglietta. A Gennaio abbiamo fatto due chiacchiere con The Tyger uno dei teesigner più cool e professionali, che ci ha parlato dell’origine del suo pseudonimo, degli artisti che ammira e delle sue speranze per il futuro; a Febbraio è stato il turno di Still Brand il team di grafici based in Fiuggi che, nonostante le loro personalità completamente diverse, sono riusciti a trovare la loro dimensione, trasformando la passione in lavoro. Nella scorsa puntata di Intervista al Teesigner abbiamo incontrato Gialloragno, aka g.Anzo una forza della natura, che con ironia, spontaneità e tanti colori riempie di gioia la community di Teeser!
Per la prossima intervista abbiamo deciso di restare nel mood, con un altro arista toscano dallo stile ironico e colorato, anche se con un tocco in più di black humor. Put your hands (arms) up per Lafabbricadibraccia!
Chi è La Fabbrica di Braccia?
Si chiama Federico e per qualche ragione, che anche lui ignora, ha scelto Lafabbricadibraccia come pseudonimo. Vive a Firenze da diversi anni, ma nacque in terre aretine. Di lavoro fa l’educatore con i ragazzi seguiti dai servizi sociali, ma ci ha svelato che per lui questo è solo un passatempo, perché è in attesa di diventare miliardario con le sue magliette vendute tramite Teeser.
Federico confessa di essere dipendente dalla musica, ultimamente folk di matrice britannica e elettronica minimale, ma negli anni della gioventù era patito di punk rock et similia. Non è solo un avido fruitore di musica ma ama anche strimpellare la sua chitarra. Tra le sue passioni c’è anche la lettura.
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Abbiamo fatto alcune domande a Federico per saperne di più sulle sue origini e sui suoi progetti futuri
1. Da dove nasce la tua passione per l’arte? Come hai iniziato?
Da bambino non ho mai disegnato, i pochissimi tentativi erano fortemente scoraggiati. Poi per fortuna, alle superiori, mi annoiavo così tanto da trovare nel disegno l’unica scappatoia (purtroppo non esistevano ancora gli smartphone e la noia toccava sedarla inventandosi qualcosa). Facevo caricature dei professori e dei miei compagni. Poi ho smesso per quasi tutta l’università, riprendendo lapis e pennarelli intorno al 2013 anno in cui ho aperto una pagina Facebook e l’account Instagram @lafabbricadibraccia. È una cosa che mi piace molto fare, ma ancora non ho ben capito come e se trasformarla in un lavoro.
2. Dove trovi ispirazione per i tuoi artwork? Hai un artista di riferimento?
L’ispirazione arriva quando vuole lei, oppure non arriva e va bene lo stesso, l’importante è disegnare. E non prendersela con sé stessi. Come modo di lavorare uso uno sketchbook, che mi porto sempre dietro. Disegno scarabocchio, appunto idee. Quando poi esce qualcosa che mi piace lo rielaboro usando l’ipad e la penna apple.
Ci sono artisti che seguo e amo molto, ma cerco non esserne troppo influenzato. Ho iniziato a disegnare partendo dai fumemetti, per raccontare storie e cose che mi capitavano, poi sono passato ai giochi di parole, ma ultimamente sento di voler raggiungere un tipo di disegno che non richieda necessariamente le scritte per essere capito -anzi che proprio non debba essere capito- che sia più immediato e meno cerebrale anche per me che lo realizzo.
3. Qual’è il tuo rapporto con la t-shirt? Cosa rappresenta per te questo capo di abbigliamento?
Per me e per i miei amici erano il caposaldo dell’abbigliamento perché potevamo far sapere a tutti che eravamo dei veri punkettoni duri e ribelli grazie alle nostre magliette dei NOFX, Rancid, Pennywise, ecc… distinguendoci dai fighetti con le magliette di marca, tutte uguali. Ora ho magliette più sobrie, ma restano comunque una cosatante del mio guardaroba. Sono un capo comodissimo che nella sua semplicità permette di lanciare messaggi con potenza. Le magliette con le i mie disegni me le hanno sempre chieste, ne ho fatte alcune, ma senza mai arrivare a produrle in quantità numero tale da venderle.
4. Perché hai deciso di entrare nella community di Teeser?
Di Teeser me ne ha parlato un ragazzo a Napoli, mentre ero a vendere le mie stampe allo Uè Festival. Mi disse che era una bomba e me lo consigliava caldamente. E in effetti è vero, la possibilità che da a tutte e tutti di avere una maglietta diversa dalle banalità che si vedono in giro ad un prezzo più che umano e il lato community è davvero bello.
5. Quali sono i progetti che stai portando avanti oggi? E cos’hai in mente per il futuro?
Al momento collaboro come illustratore con una rivista fiorentina che si chiama Lungarno. Siamo quasi ad un anno di lavoro insieme e la cosa procede alla grande. Ho iniziato adesso una scuola di specializzazione in psicoterapia, che insieme al lavoro mi risucchia sufficiente tempo. Il sogno nel cassetto è riuscire a fare tutto sufficientemente bene senza impazzire e riuscire ad avere il tempo per strimpellare in tranquillità un paio d’accordi. Per adesso me la cavo e mi va bene così.
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Se vi piacciono le illustrazioni di LFDB, scopritele tutte sulla sua pagina Instagram. Ringraziamo Federico per la disponibilità e per averci raccontato con ironia i retroscena della sua fabbrica creativa.
Lo spazio dedicato alla creatività dei teesigner torna tra un mese con un nuova avvincente intervista ad un altro dei creativi TOP della community. Stay Tuned!
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