TIME omaggia le donne che rompono il silenzio

Il sessismo a  Hollywood

Oltre alla pubblicità che continua a “vendere” un’idea antiquata della donna, anche il mondo showbiz, sempre più popolato da empowered women, donne in carriera forti e determinate, deve fare i conti con questa visione della femminilità frivola e superficiale. Anche attrici del mondo patinato ed apparentemente emancipato di Hollywood si trovano quotidianamente a dover affrontare gli stereotipi sociali legati al ruolo della donna e spesso star del cinema e della musica pop devono sopportare e “sgridare” intervistatori maschilisti ed insensibili che gli propinano domande stupide e superficiali, come mostra questo video.

Negli ultimi anni, inoltre, sono scoppiate diverse polemiche riguardo al ruolo della donna nel mondo dello spettacolo e del lavoro più in generale come quello riguardante il salary gap, la differenza di retribuzione fra uomini e donne; e il recente scandalo delle molestie sessuali perpetrate da potenti produttori e registi nei confronti di giovani attrici.

Le Silence Breaker vincono la copertina di TIME

Proprio di ieri è la notizia che la prestigiosa rivista americana Time ha nominato Person of the Year 2017 il movimento #metoomettendo sulla sua importantissima copertina di Dicembre proprio le “Silence Breaker“, ovvero le donne che, quest’anno hanno “rotto il silenzio” sugli abusi e le molestie subite sul posto di lavoro.

Sono cinque le donne in copertina, in rappresentanza di tutte coloro che hanno trovato il coraggio di denunciare le molestie: l’attrice Ashley Judd, fra le prime a denunciare il potente produttore Harvey Weinstein; Susan Fowler, dipendente Uber la cui denuncia ha portato al licenziamento del Ceo dell’azienda e di altri venti dipendenti;  Adama Iwu, che ha lanciato il sito “We said enough” per denunciare le molestie nel mondo del lavoro e della politica; Taylor Swift, la cantautrice pop che ha vinto la causa contro un dj che l’aveva palpata nel backstage di un suo concerto; infine Isabel Pascual la raccoglitrice di fragole che ha raccontato pubblicamente le minacce ricevute dopo la denuncia di molestie sul posto di lavoro.


Time 
nella sua motivazione ha spiegato l’importanza del movimento dicendo c’è ha generato “il cambiamento sociale più veloce che abbiamo visto in decenni, nato con atti individuali di donne e anche di alcuni uomini”.

 

Un piano contro la violenza sulle Donne

Tornando in Italia, è da poco scoppiato lo scandalo Pandora, la notizia della pubblicità sessista è tristemente diventata virale a distanza di pochi giorni dalla Giornata Mondiale Contro la Violenza Sulle Donne del 25 Novembre.

Ciò fa riflettere su come il  femminicidio e le violenze fisiche e psicologiche siano solo la punta di un enorme iceberg che riguarda l’educazione, la cultura, lo stile di vita, gli stereotipi sociali,  la mancanza di libertà e di autodeterminazione delle donne.

Tra le tante parodie circolate sul web, sono anche spuntati slogan che rivendicano i diritti delle donne.

Il 25 Novembre, in Italia, sono state tantissime le manifestazioni e gli eventi contro la violenza di genere che hanno portato in piazza un esercito di donne (e uomini) che hanno alzato la voce per denunciare un fenomeno capillare e trasversale che in molti paesi del mondo, risulta ancora oggi un problema preso sottogamba e troppo spesso”normalized” e “unpunished”, citando il report dell’ONU.


A Roma, l’associazione Non Una di Meno ha portato in piazza 150mila persone per promuovere il “Piano contro la violenza maschile sulle donne”, un documento elaborato e condiviso, nell’ultimo anno, da migliaia di donne in tutta Italia.

 

16 Giorni per dire NO agli stereotipi e alla violenza contro le donne

Quest’anno le Nazioni Unite hanno dato il via a una campagna di 16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne in tutto il mondo, adottando l’arancione come colore simbolo e il messaggio “Leave No One Behind – End Violence Against Women and Girls”.

L’iniziativa ha avuto inizio proprio sabato 25 novembre e si concluderà il 10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani e facendo da ponte tra queste importanti date, vuole proprio rimarcare il fatto che la violenza contro le donne è una vera e propria violazione dei diritti umani.

Secondo Un Women, l’agenzia Onu che si dedica al tema dei diritti femminili, circa la metà degli omicidi di donne in ogni parte del mondo è perpetrata dal partner o da un parente. In Europa più di 60 milioni di donne sono vittime di maltrattamenti, in America una donna ogni 15 secondi viene aggredita da un uomo, in Italia 6 milioni donne hanno subito abusi.

La violenza sulle donne è un fenomeno trasversale che spesso colpisce ragazze e bambine psicologicamente fragili in contesti di degrado e povertà, ma si trova anche in contesti impensabili e riguarda anche donne istruite e potenti. Pare infatti che  l’82% delle donne parlamentari che hanno partecipato a uno studio su in 39 paesi abbiano ammesso di aver subito una qualche forma di violenza fisica o psicologica nel corso del loro mandato.

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